giovedì 23 aprile 2009

Di ritorno da una semifinale di Coppa Italia


Questo post vuole essere una riflessione sulla Curva Sud della Juventus di questa sera. Noi ragazzi della Sezione Torino, molti di voi lo sapranno, siamo anche legati alla prima squadra del capoluogo piemontese, e siamo andati allo stadio per l'incontro di ritorno valido per l'accesso alla finale di Roma della Coppa Italia. Lo scontro di questa sera era sotto tutti gli aspetti uno degli scontri più decisivi del campionato, in quanto l'unico traguardo a cui la Juventus poteva mirare per dare un senso alla stagione. Ma non sono qua per parlare della partita, bensì della prestazione della Curva Sud. Le note sono tutte negative, purtroppo.
Innanzitutto ho notato una Curva troppo sciolta: cori lanciati talvolta a mezza bocca e poca voglia di cantare lo stesso coro per più volte, ognuno di essi non faceva che spegnersi dopo pochi secondi. Troppi, poi, i cori contro la squadra avversaria, la Lazio, e contro gli Interisti. E' ovvio che questi tipi di cori ci stanno in una Curva, ma non si può dimenticare che lo scopo principale è quello di sostenere la propria squadra. E qua voglio giungere ad uno dei punti che più hanno decretato, secondo me, la bruttissima prestazione, se così si può dire, della Curva. La contestazione che è seguita, nel secondo tempo, alla dirigenza della società ha surclassato il tifo per la squadra, in tutti i sensi. Il tipo di contestazione, poi, ha rasentato i limiti del ridicolo: si è sgomberato il secondo anello (per chi non lo sapesse ci sono tre anelli all'Olimpico di Torino, e il secondo è il cuore della Curva) per segnalare simbolicamente il dissenso dei tifosi nei confronti della società. In seguito (tutto questo è successo al 70' circa) 20 minuti di voluto silenzio del tifo organizzato che però a sprazzi ha dato segni di vita per fischiare i Laziali o per qualche coro sporadico. Ben inteso che se si vuole fare una contestazione di questo genere la si fa fino in fondo senza cedere a fischi o a mezzi cori, ho trovato questa una soluzione pressoché inutile. Se si intende contestare una società lo si fa facendo sentire la propria voce, la propria presenza: il silenzio e lo svuotamento di una Curva non possono lasciare il segno in un club di Serie A, dove il parere dei tifosi vale da sé meno che zero, figuriamoci se questi stanno in silenzio. Oltretutto il modo in cui è stata gestita la protesta non ha fatto altro che aggiungere vergogna, a mio parere, alla sconfitta della Juventus, che doveva entrare in campo con un cuore e una voglia di vincere che sono stati assolutamente nulli.
In generale, poi, vergognoso l'atteggiamento di lancia-cori e cosiddetti capi-ultras: un'intera partita ad insultare chi non canta e chi guarda la partita. Sia chiaro che nessuno di loro si è mai voltato per vedere un secondo della partita in corso. Forse si sono dimenticati com'è che nasce il tifo di una squadra di calcio! Io, personalmente, vado allo stadio per sostenere la mia squadra e guardare la partita, e se è ovvio che un lancia-cori perchè la macchina della Curva funzioni è costretto a voltare le spalle alla partita credo che sia nel cuore di un tifoso guardare il match anche se si sta perdendo per 4 a 0. Perchè se uno va in Curva lo fa per sé e per la squadra che ama. E, se mi permettete, colgo l'occasione per fare un riferimento alla Curva Nord dell'Imperia: chi lancia i cori, infatti, rinuncia a gran parte della partita per far cantare tutti, ma sia inteso che ci sono i momenti di silenzio in cui anche lui, magari attaccato alla rete che divide gli spalti dal campo, guarda la propria squadra giocare, perché comunque c'è una passione che vive nel cuore. Stasera ho visto troppe brutte facce incattivite da una certa smania di potere, o comando che si voglia dire, su dei normali tifosi. Ho visto troppi incitamenti a non guardare una partita che 'loro' ritenevano persa. E dico 'loro' perchè fino alla fine io sì che ho sperato in un capovolgimento del risultato: probabilmente accecato da una fede nella mia squadra, ma comunque con una passione viva nel mio cuore.

Nessun commento: